Guide indipendenti per risparmiare su luce e gas

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Sandro POLATO

 

Email: polato.sandro@gmail.com

Ultimo aggiornamento

4 ottobre 2024

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È meglio il prezzo fisso o il prezzo indicizzato della materia energia?

I termini usati

Prima di procedere vediamo il significato (semplificato) delle sigle che incontreremo:

  • Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) è il prezzo di acquisto all'ingrosso dell'energia elettrica da parte del fornitore. Si Misura in €/kWh (si legge kilowattora). Il PUN è soggetto alle variazioni di mercato.
  • Il PSV (Punto di Scambio Virtuale) è il prezzo di acquisto all'ingrosso del gas da parte del fornitore. Si misura in €/Smc (Standard metro cubo). Il PSV è soggetto alle variazioni di mercato.
  • Lo Spread indica la forbice tra il prezzo all'ingrosso dell'energia (PUN/PSV) pagato dal fornitore e il prezzo che il fornitore fa pagare al cliente per unità di misura (€/kWh o €/Smc). Ad esempio, se il gas viene acquistato all'ingrosso a 0,30 €/Smc e viene fatto pagare al cliente 0,40 €/Smc (tasse e oneri esclusi), lo Spread è di 0,10 €/Smc.


La scommessa

Utilizzando i due schemi che seguono analizziamo ora i vantaggi e gli svantaggi del prezzo fisso e del prezzo indicizzato della materia energia, precisando subito che la scelta che deve fare il cliente è in realtà una scommessa, un po' come avviene per i mutui con la scelta tra rata con interesse fisso o variabile: tutto dipende infatti da come evolve il mercato all'ingrosso dell'energia, che è difficile da prevedere.
 

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Partiamo commentando il mese 1 nel caso del gas: vediamo che con il prezzo indicizzato scelto dal cliente A, il costo gas naturale, determinato dalla somma di PSV e dello spread fisso, è inferiore al prezzo fisso scelto dal cliente B. Quindi nel mese 1 la scelta del prezzo indicizzato si dimostra conveniente rispetto al prezzo fisso.

 

Nel mese 2 il valore del PSV si è abbassato e la situazione è che per il cliente A il costo dell'energia è diminuito mentre per il cliente B è rimasto uguale al mese 1. La scelta del cliente A è ancora più vantaggiosa del cliente B.

 

 

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Nel mese 3 il valore del PSV è aumentato di molto e ha superato il valore del prezzo fisso. In questo caso il cliente A deve assorbire tutto l'aumento del PSV e continuare a pagare lo spread fisso. Il cliente B invece continua a pagare il solito prezzo fisso e la parte eccedente del PSV è a carico del fornitore.

 

Conclusioni

Da questi esempi si comprende come il fornitore cercherà sempre di proporre un prezzo fisso sufficientemente alto per non rischiare di dover assorbire gli aumenti del PSV

 

Quello che si può concludere in generale è che:

  • potrebbe convenire il prezzo indicizzato quando non ci sono turbolenze di mercato e il prezzo fisso quando si teme che queste turbolenze possano verificarsi corso del contratto e fare schizzare in alto i prezzi, come è accaduto nel 2022;
  • ha più senso confrontare tra di loro le offerte con lo stesso tipo di prezzo, cioè confrontare una offerta a prezzo indicizzato con altre sempre a prezzo indicizzato e confrontare una offerta a prezzo fisso con altre offerte sempre a prezzo fisso.  

 

Nel Mercato Tutelato i prezzi sono indicizzati, quindi i clienti vulnerabili sono esposti a rischio di oscillazione, ma hanno il vantaggio che i valori dello Spread e della Quota Fissa (costi di commercializzazione e vendita) sono stabiliti da ARERA e non dal fornitore, il quale può invece aumentarli con libertà, a volte a dismisura, e con controlli limitati. È comunque difficile trovare nel Mercato Libero delle condizioni a prezzo indicizzato più convenienti di quelle del Mercato Tutelato (basta fare una verifica sul sito istituzionale e indipendente ilportaleofferte.it).

 

Lo stesse considerazioni valgono anche per l'energia elettrica dove il prezzo all'ingrosso è determinato dal PUN.

 

Verifica i prezzi negli ultimi 12 mesi

Consulta la tabella Storico dei prezzi all’ingrosso di energia elettrica (PUN) e gas (PSV) per verificare se negli ultimi 12 mesi sarebbe stato per te più conveniente il prezzo indicizzato o il prezzo fisso. 

Generalmente il prezzo indicizzato del gas nell'ultimo anno (mai superiore a 0,50 €/Smc) è stato più conveniente di un prezzo fisso , ad esempio, di 0,70 €/Smc.

 

Naturalmente dipende dal valore del prezzo fisso: se il prezzo fisso fosse stato di 0,30 €/Smc sarebbe stato stato più conveniente del prezzo indicizzato mentre un prezzo fisso di 2,43 €/Smc sarebbe stato un vero salasso. Un importante e storico fornitore ha praticato proprio questo prezzo per un anno, fino a maggio 2024, a migliaia di famiglie.

 

Un altro elemento da considerare è la Quota Fissa, indicata con CCV per il gas e PCV per la luce: indica i costi sostenuti dal gestore per tutte le attività di gestione commerciale  svolte per fornire l'energia all'utente finale (ad esempio comunicazioni di marketing, promozioni, informazioni). La Quota Fissa viene stabilito dal fornitore, viene pagato dal cliente come quota fissa mensile e si paga anche se il consumo dell'energia è zero; può variare da pochi euro fino anche a 25 €/mese + IVA (cioè 300 euro + IVA 22% all'anno) . Specie nel caso di basso consumo di luce o gas l'incidenza della Quota Fissa può essere dunque molto alta e la scelta, oltre che sulle considerazioni sul prezzo fisso e sul prezzo indicizzato, dovrebbe basarsi sul valore della Quota Fissa indicato dal fornitore. Uno dei vantaggi della Maggior Tutela del gas e dell'energia elettrica è che la Quota Fissa è stabilita da ARERA e non dal fornitore (a giugno 2024 è stata di 4,83 €/mese + IVA 22%).